Tra una pagina di studio e l'altra, anche la sottoscritta trova il tempo per sbucare sul blog e riempirlo di novità librose. Tra queste novità di tanto in tanto riesco a infilare anche qualche nuova recensione, magari un libro che ho amato alla follia delle follie e ancora di più apprezzato come una persona normale, come Sinner, di Maggie Stiefvater.
"Sono tornato per te, Isabel."
Pubblicato quest'anno dopo secoli di fremente attesa, Sinner riprende la storia di Cole St. Clair e Isabel Culpeper, personaggi della trilogia di Shiver, i Lupi di Mercy Falls, che non avevano mai avuto una vera e propria conclusione, qualcosa che fosse degno di questo nome. La sottoscritta si era persino rassegnata all'idea che non avrebbe mai più avuto modo di avere un happy ending per due dei personaggi che ero arrivata ad amare di più tra tutte le storie della Stiefvater (che vi consiglio dalla prima all'ultima). Ero convinta non ci sarebbe stato un futuro per questi protagonisti del mio cuore e invece...
Per fortuna mi sbagliavo di grosso. Dopo anni è giunta la notizia della pubblicazione di Sinner e ho contato le ore che mi separavano dal poterlo leggere. Adesso l'ho fatto, finally, e ne ho amato ogni singola pagina.
Sinner è un peccato dolcissimo. Poco presente è la parte urban fantasy che si manifestava nei precedenti romanzi della saga dei Lupi, in questo romanzo ci ritroviamo con due dei personaggi più complessi della Stiefvater alle prese con la propria rinascita. Cole e Isabel sono due mondi difficili in cui mi perderei ore e ore, sempre e comunque. Sono due mondi che entrano costantemente in collisione e quando questo succede, nascono scintille, gli angeli cantano (cit. Cole) e io rimango con il cuore tra le mani mentre lo porgo a Maggie affinché mi faccia ancora del male con ogni sua frase, ogni sensazione descritta con quello stile che tanto mi sa coinvolgere. Sono 357 pagine di alti e bassi, farciti con la folle ispirazione di Cole e il freddo sarcasmo di Isabel. Due persone ugualmente geniali e sofferenti, su cui grava il peso di come riescono a vedere il mondo. Entrambi hanno modi per sfogare le proprie emozioni, entrambi si ostinano a reprimerle. Entrambi i pov offrono una gamma di sensazioni agli antipodi, che si incontrano però nel bisogno che l'uno ha dell'altro.