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lunedì 2 dicembre 2013

Guerra all'editore: ne vale davvero la pena?

Una delle ultime frontiere della sempre più aspra critica dei book blogger verso gli editori è quella rappresentata dalla domanda: "perché non concludete tutte le serie che mettete sul mercato?". Dopo averne sentito parlare, e tra il fatto che ricevo costantemente commenti dove mi viene chiesto di inviare romanzi (anche inediti) ai vari lettori (cosa illegale) e le critiche di questi ultimi verso l'editoria, non ho potuto che decidere di venire a dire la mia perché, in tutta sincerità, ho come l'impressione che molte persone critichino senza parlare.

Il blogger medio (non tutti, per fortuna), a qualsiasi domanda sull'editoria nostrana, risponde automaticamente, "perché l'editore è cattivo".

Ma lo è? L'editore è davvero cattivo?
La mia risposta è no.



Mettiamoci nei panni di una casa editrice che opera in Italia. Questa ha dei costi da sostenere che vanno dalla carta, la stampa, l'inchiostro e i diritti fino agli affitti più svariati, salari dei dipendenti, paga l'autore, le royalties, i traduttori, paga quello, questo e quello, non dimenticarti le salate imposte dello Stato italiano e aggiungici l'IVA (per gli ebook l'IVA arriva anche a 20% contro i 3% del formato cartaceo - da qui accennato *in parte il prezzo esorbitante degli ebook). Poi ti ritrovi davanti una bella copia di quel romanzo che hai selezionato tra centinaia di libri stranieri o italiani (di qualsiasi genere), e dopo aver sborsato un certo tot per produrlo decidi di metterlo sul mercato a un certo prezzo - prezzo che potrebbe crearti profitto se e solo se le vendite supereranno una certa quantità (cosa che non sempre succede) e che potrebbe spezzare le gambe dell'editore se la scelta che ha fatto, la scommessa nel pubblicare quel dato libro non darà i frutti sperati.

L'editore, insomma, è alla continua ricerca del libro che farà il boom e gli permetterà di ripagarsi diversi costi e di pubblicare libri che, altrimenti, non potrebbe mettere sul mercato.


Partiamo dal presupposto che grazie alle operazioni ingegnose di alcuni editori *coff coff* Newton Compton *coff coff*, il prezzo dei vari libri è dovuto calare durante una situazione in cui l'editoria era già messa male. Ciò è partito quando la Compton ha iniziato a vendere romanzi di qualità scadente (vi sfido a dirmi che le loro traduzioni siano ben fatte, che la carta sia di qualità eccellente, etc) ai famosi 9,99 euro, costringendo tutti gli editori ad abbassare a loro volta il prezzo per conformarsi e impedire che la Newton ottenesse il monopolio del mercato editoriale. Aggiungeteci le vendite sempre più scarse in qualsiasi settore, i problemi vari che l'editoria affronta... Da questo ne consegue che la caccia al boom letterario è divenuta sempre più serrata, quindi:

Caccia al boom letterario sempre più insistente -> Più libri di qualità scadente o "libri scommessa", quei romanzi che all'estero vanno bene ma in Italia sono pur sempre un'incognita -> Meno cura nei dettagli e ricerca della copia che replichi il successo di qualcuno (es. il boom di pubblicazioni inutili post 50 Sfumature) -> Possibilità che inizi una serie qualsiasi e, in seguito alle vendite scadenti, non venga continuata.

L'obiettivo della casa editrice è, per come la vedo io, da un lato guadagnare (non è un'azienda non profit: le interessano i soldi, la moneta, i dindin), dall'altro, se c'è la passione, pubblicare libri che possano alimentare la letteratura italiana. È bene però sottolineare come non sempre i libri di qualità siano apprezzati e amati così tanto da portare profitto in un'azienda, e proprio per questo vi riporto, per curiosità, il grafico della teoria della Coda Lunga (The Long Tail), presentatoci l'anno scorso in facoltà da una direttrice Garzanti (incontro illuminante per molti versi, credetemi):


Ancora più curioso è la stessa teoria apportata ai prodotti Amazon, categoria Musica:


In breve, la Teoria della Coda Lunga mi ha fatto capire la necessità di avere prodotti di grande popolarità per il bene di quelli di nicchia. Guardate un po' Britney Spears: è la 50 Sfumature della Musica (con un po' più di talento, a mio avviso), e la sua popolarità (quindi le sue vendite) è decisamente più elevata che quella dei The Selecter. Da qui è semplice vedere come l'esistenza di alcuni prodotti incredibilmente scadenti (almeno nella letteratura, trovo che le Sfumature e altri siano da buttare) sia l'unico modo per sostenerne altri, che altrimenti non arriverebbero da noi. Britney Spears, le Sfumature e co sono l'unico salvagente che tiene a galla romanzi di spessore che magari voi non comprate, ma in libreria potreste trovare grazie proprio all'esistenza di roba schifosamente commerciale, ma utile.
A proposito ricordo ai lettori che non siamo l'America, la nostra popolazione non è così grande da permettersi di poter essere chissà quanto variegata. La gente che compra il nuovo CD di Lady Gaga è molta di più che chi acquista un CD dei The Selecter, e se le vendite non ci sono, l'editore o la casa discografica eviterà semplicemente di investire, di scommettere su quello scrittore, cantante o gruppo. Eviterà, insomma, di continuare una serie, di pubblicare altri libri di un certo autore "scommessa"... eviterà di farvi contenti.

Aggiungeteci poi il fatto che molti furbetti invece di acquistare musica e libri, li scarichino entrambi illegalmente.
Se vi scaricate online un romanzo, poi non venite a lamentarvi perché l'editore non ne pubblicherà il seguito: siete stati voi, tra i tanti, a sabotare la possibilità di quella serie di continuare. Inutile incolpare le case editrici. Loro non vi nascondono niente: non sono in Italia per portare gioia e benedizione alla popolazione. Ci sono per guadagnare. La verità non vi piace? Vi sembra che sia ingiusto, che sia la base su cui si fonda una società malsana, che la cultura dovrebbe venire prima di tutto?
Andate a fare i filosofi altrove, perché il mondo in questo momento non gira così. L'autore, il traduttore, l'editore stesso... non si pagano il pane con la vostra bellissima filosofia. Se voi non comprate, loro non pubblicano, e di certo non si smuovono per pietà! Se la Rizzoli ha ora annunciato la pubblicazione del quinto romanzo dell'Accademia dei Vampiri non è di certo stato perché ha finalmente deciso di concedere la grazia ai lettori. È stato perché verrà pubblicato in concomitanza con il film del primo libro, e si stima quindi che la vendita porterà qualcosa in più in redazione.
Smettetela di criticare, insomma, di muovere guerre contro editori che, se le cose non cambieranno, non vi concederanno benedizioni.
Iniziate ad acquistare i libri, a far la guerra contro quelle persone che non lo fanno, piuttosto che verso le case editrici. Puntate il dito verso la pirateria digitale, cercate in qualche modo di dare un contributo, nel vostro piccolo, a un mondo che ne ha davvero bisogno. Vi piace un libro ma non ne pubblicheranno il seguito? Vorreste un'edizione meno scadente? Spargete la voce! Fate acquistare il prodotto da nuovi lettori, e magari le cose inizieranno a cambiare. Non si può continuare una guerra stupida e priva di fondamenti quando a combatterla sono le stesse persone che sabotano il mondo dell'editoria giorno per giorno.
Siate voi a iniziare il cambiamento, non mettete il peso sulle spalle di chi non ha alcun interesse a rischiare per voi.



Nota: * ho aggiunto un chiarimento in seguito a essermi resa conto dell'errore. L'IVA è il valore aggiunto a carico del consumatore, quindi l'editore non lo paga, ma lo fa pagare al lettore. Il prezzo degli ebook è stato discusso ulteriormente tra i commenti!

24 commenti:

  1. Lo trovo giusto!
    Io firmai una petizione per far pubblicare in Italia i seguiti di una serie che avevano interrotto, io non l'avevo iniziata nemmeno, ma lessi che in molti ci tenevano a concluderla quindi firmai giusto per sostenimento...poi mi resi conto che a firmare eravamo stati solo una trentina di persone quindi questo significa che all'editore non conviene per nulla pubblicare un libro che acquisteranno in pochissimi.
    è vero che non è giusto tradurre il primo volume di una saga e poi interromperla, ma questo ci fa capire solo che l'editoria aveva avuto delle aspettative che non si sono avverate... ci ha speso soldi senza ricevere guadagni...il discorso credo sia molto più vasto di quello che crediamo.

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    1. Proprio così, City. Il discorso è a mio parere troppo complesso per generalizzare la cosa con una serie di petizioni e interventi di sempre gli stessi utenti. Senza contare che la petizione è un diritto dei cittadini, certo, ma ciò non toglie che perda comunque significato se se ne fa una ogni mezzo minuto per qualsiasi stupidaggine.

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  2. Ti seguo da un bel po' ormai e devo dire che mi trovo in parte d'accordo con te. Per quanto riguarda la Newton, hai pienamente ragione. Evito sempre di comprare classici di questa casa editrice. Compro i libri della Newton solo quando è l'unica che ha pubblicato ciò che mi interessa. Ho preso alcuni libri della collana a 99centesimi e sono... illeggibili è il termine esatto! Traduzioni fatte con i piedi, carta orribile. Da spavento! Purtroppo però bisogna ammettere che le case editrici esagerano un po', pagare 19-20€ per un libro che fa parte di una saga, è moltissimo. Non posso permettermi di spendere così tanto, siamo in tempi di crisi, quindi non possiamo neanche giudicare chi legge illegalmente, tuttavia, se un libro ti piace e vuoi che il seguito veda la luce, credo sia ovvio che devi andare a comprarlo, per incoraggiare la casa editrice ad acquistare i diritti per i libri successivi! Loro non sono mica la Caritas, sono delle imprese e come tali devono avere dei guadani.
    "Il giardino degli eterni" della Newton, uno dei pochi libri che amo di questa casa editrice, è stato scaricatissimo e quindi non ha venduto molto (questa è una mia ipotesi), ovviamente ormai è fuori produzione ed io non potrò mai leggere il seguito, è una serie interrotta. Il libro sulla mia mensola è solo e disperato e chiede di essere riunito ai suoi successori.
    Comunque... articolo molto interessante. Adoro gli articoli di denuncia, hai fatto davvero un buon lavoro. Se il mio commento non si capisce, scusami, ma sto da cellulare :/

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    1. "Loro non sono mica la Caritas" è la frase del secolo. Lo capissero tutti i lettori, magari la situazione migliorerebbe. Se si vuole fare in modo di avere il seguito di un libro, se ne deve parlare, spargere la voce, nel piccolo evitare la circolazione di romanzi online e convincere nuovi lettori ad adottare una certa lettura!
      Mi dispiace proprio per Il giardino degli eterni, ma consolati pensando che io ti seguo a ruota con altre serie (un esempio: Tempest, di Julie Cross, pubblicato dalla Fanucci!)

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  3. Sono d'accordo con te al 100% non a caso non ho condiviso la petizione sulle serie interrotte.
    Io capisco il criticare alcune scelte editoriali, come la traduzione del titolo, la cover che viene scelta o la divisione in più volumi, sono scelte stilistiche che possono non essere condivise (anche se pure quelle sono frutto di scelte ben giustificate dalle case editrici, che poi siano scelte più o meno sbagliate è un altro discorso).
    Io posso capire che uno ci rimanga male nel vedere una serie che sta seguendo interrotta, ma spesso le persone non si rendono conto di quanti costi comporti la pubblicazione di un'intera serie; ed è indubbiamente vero che serie trash e libri trash che vendono molto fanno da traino per serie minori, ma non possono fare miracoli, se non le compra nessuno le serie minori non continuano.
    Secondo me non è solo colpa della pirateria digitale, perché le case editrici (quelle furbe) sono ben consapevoli di questo "problema" e spesso riescono a sfruttarlo a loro vantaggio, molto spesso l'ebook fa pubblicità e ne fa tanta, inoltre il lettore vero compra anche il cartaceo del libro che gli è piaciuto quindi secondo me il problema che c'è alle spalle è diverso. È un problema di fiducia e di mancato rapporto tra editore e lettore; troppo spesso la casa editrice va dritta per la sua strada ignorando cosigli e richieste, ma soprattutto pubblicando più nuove uscite di quante effettivamente dovrebbe e senza riuscire a pubblicizzarle a dovere (mi basta pensare a quando sono pubblicizzati male i libri di John Green che non sono esattamente pubblicati dall'ultima delle case editrici). Il lettore dall'altra parte è uno stronzo, perché pensa che tutto gli sia dovuto e che la casa editrice debba pubblicare in virtù delle sue esigenze e ti dirò di più, molto spesso il lettore che si lamenta è il lettore che non compra e se compra compra usato, se può si fa arrivare il libro dalla casa editrice, poi si stupisce che non ci sono vendite. Lettore medio lamentoso che non fa girare l'economia.
    In ogni caso concordo su tutto quello che hai detto e ti farei un monumento!
    Lamentarsi per le scelte di pubblicazione/non pubblicazione di una CE quando poi non si comprano i libri è come lamentarsi che le piccole librerie non sopravvivono e fare ordini da Amazon.

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    1. Ciao Alexiel,
      Mi fa piacere leggere il tuo commento. Devo dire che forse dall'intervento è uscito fuori un accanimento esclusivo verso la pirateria, ma in realtà penso sia solo una delle varie cose da affrontare nel mondo dell'editoria. È vero che chi si considera lettore acquista sempre i romanzi in cartaceo (o ebook), ma è anche vero che la gente che frequenta i blog letterari non è l'Italia nel suo complesso. Possono esserci un migliaio di persone che amano leggere cartaceo e un altrettanto migliaio che preferisce scaricare nel proprio piccolo, senza girare siti etc. Quel che penso sia alla base di ciò che il lettore può fare, di utile, per contribuire alla pubblicazione di nuovi romanzi di qualità (o seguiti), è far girare la voce. Gli editori lo sanno, noi lo sappiamo - è il passaparola che regge molto spesso le vendite di un libro. Tutto gira intorno al passaparola, non per niente moltissime case editrici ultimamente hanno iniziato a "regalare" romanzi ai blogger, nella speranza che ne parlino bene (e alcuni parlano bene anche di ciò che NON va bene, per fare felici gli "sponsor"). Cos'è un libro a blog se ne ricava almeno, facciamo, un centinaio di vendite? Poi se la fortuna li assiste il fenomeno può anche aumentare! La verità è che credo la gente dovrebbe provare a spargere la voce. Ti piace quel libro? Fallo diventare virale. Nel tuo piccolo, provaci. Vedrai che il seguito verrà pubblicato se ci sono le vendite necessarie. Per questo non approvo l'accanimento verso l'editore, che è sempre "il cattivo". Se la gente provasse anche a non pensare che tutto gli è dovuto, come giustamente fai notare, potrebbero ottenere molti più risultati!

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    2. Sono d'accordissimo.
      Il concetto di fondo dovrebbe essere, mi piace un libro? Cerco di farlo leggere a tutti quelli che conosco e li invito a fare altrettanto! Solo che per il lettore medio questo è troppo faticoso quindi non lo fa.
      Credo che il problema di fondo stia nel modo di pensare, per il quale non è il lettore che deve il lavoro, ma la casa editrice. Poi, per carità, è vero che molti libri non vengono pubblicizzati come dovrebbero e gli editori ripiegano su cover scadenti che invece di attirare il pubblico lo respingono, ma questo non giustica il menefreghismo.

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  4. Io sono una compratrice compulsiva di cartaceo, eppure molte volte sono costretta a frenarmi perchè certi prezzi sono davvero troppo alti, penso che se solo li abbassassero leggermente, non dico di darli via come il pane, ma che ne so, inveve di questo sempre più presente 17euro li mettessero a 14 euro già sarebbe più fattibile per noi lettori, potremmo comprare più libri. In ogni caso hai ragione sul fatto che chi non spende deve solo starsi zitto, di certo non ha il diritto di lamentarsi. In ogni caso io consiglierei alle case editrici di risparmiare un pò sulla carta e le copertine rigide, alle volte vedo libri che da mattoni vengono pubblicati in economica in un formato più compatto e con copertina morbida, il contenuto è lo stesso, ma risparmiano sia loro che noi. Dimenticavo, condivido che se un libro vale si debba spargere la voce tra noi lettori accaniti, perchè siamo noi a far girare l'economia, di certo non la si gira da sola.

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    1. Non so nei dettagli quanto costi davvero pubblicare un romanzo, però è anche vero che i prezzi da noi sono alti. È purtroppo anche vero che sono alti perché si comprano meno libri :(

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  5. Concordo che le case editrici non siano un'opera di carità e puntino al guadagno, però penso che ora sia possibile completare le serie che vendono poco almeno in digitale (e rimettere in circolo i fuori catalogo).

    Però come non è un'opera pia l'editore non lo è neanche il lettore: perchè dovrei accettare prezzi assurdi per libri che posso ottenere in modo legale ad un prezzo molto più conveniente? Chi sa leggere in inglese può risparmiare comprando e-book stranieri (o, in alcuni casi, direttamente il cartaceo in inglese), e la colpa non è certo del lettore, ma di un catalogo digitale che spesso si limita a riproporre il cartaceo con pochi euro di differenza.
    La pirateria, cmq, non è il problema: il più delle volte fa da vetrina, specie per la lettura che è un ambito dove al lettore piace possedere il libro, in qualsivoglia formato.
    I libri piratati spesso e volentieri sono libri che non puoi comprare neanche volendo (es. l'arciere di Kerry: il primo volume non lo trovi a meno di 30 €, usato e solo uno... se li vuoi tutti e tre l'asta parte da 130 €), o che sono così fuori catalogo che non li trovi neanche a prezzi proibitivi.
    Poi, come hai fatto presente molte edizioni sono scadenti e costano come se fossero fatte d'oro (25 € per ogni singolo libro della Hobb, ho speso, e che belle edizioni tradotte con cura che sono -_- ).

    Non è una guerra a chi ha ragione tra editoria e lettori, ma si dovrebbe trovare il modo di venirsi incontro.

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    1. Sono d'accordo anche su questo, ma l'obiettivo del mio post era far capire che l'editore non è il malvagio della situazione. Inoltre ho parlato della pirateria perché mi arrivano ogni giorno diverse email di gente che vorrebbe io inviassi loro dati ebook, cosa che mi ha irritata parecchio - e dopo un po' lo rendo pubblico.

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  6. Grazie Isa. La tua lettura della situazione è lucidissima e sottoscrivo anche le virgole.
    L'editore non è cattivo.
    Dico solo la mia sul prezzo degli e-book. Le tasse - più ingenti rispetto alla carta- non giustificano di per sé i prezzi. L'e-book, in via teorica, dovrebbe giovare di costi produttivi sensibilmente inferiori. Sull'e-book non gravano carta, stampa, trasporto al distributore e da qui alla libreria, giacenza di magazzino, provvigioni degli agenti e della rete promozionale, rese.
    Fissare il prezzo di un libro digitale alla metà giusta del cartaceo è una scelta consapevole che mira a dirottare i lettori sulla carta. E questo non tanto perché ci si guadagni di più, ma per rientrare del costo di produzione del libro ed evitare il costi successivi delle giacenze e delle rese. Come sai meglio di me, i magazzini – oltre ad avere un costo logistico- vengono tassati. Una copia non venduta è considerata dallo stato una ricchezza, prima che un mancato guadagno.
    Quindi, secondo me, le grandi CE in Italia scoraggiano l'acquisto degli e-book per liberarsi della carta e dei suoi costi.

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    1. Grazie a te, Bianca. Trovo davvero interessante quel che hai detto e no, non ci avevo proprio pensato che il prezzo degli ebook potesse essere dovuto al desiderio degli editori di dirottare sul cartaceo. È un'osservazione interessante e che ora penso davvero fattibile!!

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    2. ma grazie a te, di nuovo :) capita di rado di sentir parlare di editoria con tanta chiarezza. Bravissima. Quanto alla carta che rimane sì, è una roga. A volte si arriva a macerare le giacenze, solo per levarsi il problema.

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    3. Avevo sentito parlare del macerare le giacenze, sai? Lo aveva accennato l'editor di cui ho parlato nell'intervento, una signora della Garzanti, quando ha fatto una presentazione in università a cui ho partecipato. L'avevo completamente rimosso, purtroppo, però a ripensarci è proprio vero.

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  7. Ciao, ti faccio i complimenti per il bel post. Sono d'accordo su quasi tutto quello che hai detto.
    Non sono infatti tanto convinta che le case editrici debbano per forza mettere i libri (soprattutto quando si tratta di esordienti) a prezzi così alti. Capisco che abbiano costi da sostenere, e infatti non dico assolutamente che debbano regalarli, ma spesso vado in librerie e trovo libriccini di poco più di 200 pagine, rilegati e tutto, che costano 17 o 18 euro. Secondo me quello è un furto bello e buono. Non posso credere che per guadagnarci debbano mettere prezzi così alti.
    Io mi sono da poco convertita a leggere in inglese, in parte per il problema delle serie interrotte di cui hai già parlato tu, e poi in seguito perché ho scoperto autori che qui in Italia non sono arrivati o di cui è stato tradotto poco, perciò ho deciso di saltare il passaggio della traduzione e fare da me. Ecco, i libri che ho comprato finora in inglese non hanno mai superato i 6/7 euro. Certo, erano edizioni economiche e non rilegate, ma per leggere un buon libro non mi serve la copertina cartonata, anche se è figa e una parte di me soffre a lasciarla in libreria, ma i costi sono davvero proibitivi, soprattutto quando si parla di serie. Le case editrici non sono enti di beneficenza, ma spesso ho l'impressione che ci marcino un po' troppo, come per la questione e-book. I costi per gli e-book non sono così alti da giustificare i prezzi a cui vengono venduti. Ho letto il commento di Dante e penso che abbia ragione, o almeno è questa l'impressione che ne ho avuto io. Secondo me sarebbe semplicissimo risolvere questo problema facendo in modo che chi compra il cartaceo possa scaricarsi l'e-book a un prezzo simbolico, tipo 1 euro. In questo modo uno sarebbe invogliato a prendere anche il cartaceo da tenere in casa e avrebbe anche l'e-book quando deve viaggiare o spostarsi. Io lo troverei utilissimo perché spesso quando vado in vacanza non posso portarmi troppi cartacei, ma allo stesso tempo vorrei poter leggere molti dei libri che ho e secondo me questa sarebbe una soluzione.

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    1. Sono d'accordo con te e il parere di Bianca! Per il prezzo degli ebook, purtroppo vista l'attuale situazione economica degli editori dubito che possano permettersi (o vogliano, per quel che vale) di dare l'ebook a prezzi inferiori per chi vuole prendersi sia ebook che cartaceo. A livello economico non conviene, e finché le loro case editrici non vivranno un periodo rose e fiori... non so se saranno mai tanto caritatevoli verso i lettori XD Per i 17, 18 euro: in Inghilterra come in America se acquisti un hardback (copertina rigida) il prezzo è relativamente lo stesso. In Inghilterra arriva anche a costare molto di più.
      Una curiosità: nei paesi anglosassoni hanno quasi completamente smesso di pubblicare romanzi in copertina rigida. Nelle librerie sono pochi o inesistenti, e costano un occhio della testa. Pubblicano solo in paperback, la brossura, risparmiando su costi e quindi potendo abbassare il prezzo. Tempo fa ero in Irlanda e chiedevo dove poter trovare romanzi in hardback: la gente mi rideva in faccia. Questa è un'altra differenza! L'editore italiano da un certo punto di vista ci vizia e vuole "concederci" l'hardback. Magari un giorno smetteremo anche noi di produrli e la stampa si sposterà solo su brossura, ma fino a quel momento...

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    2. Sì, anche io ho notato che in America/Inghilterra le cover rigide vengono vendute grossomodo agli stessi prezzi dell'Italia, ma come dici te le brossure vengono vendute a molto meno e sono molto più diffuse. Altra cosa che ho notato è che nei paesi anglosassoni non si deve aspettare un anno o più per avere la brossura ma questa viene messa in vendita quasi in contemporanea con l'hardback. Secondo me dovremmo prendere esempio! Come ho scritto nel commento sopra, io adoro le copertine rigide e la versione rilegata, direi che siamo tutti d'accordo che sono più belle e durano anche di più perché sono di qualità migliore. Ma se devo spendere il doppio o il triplo posso accontentarmi tranquillamente della brossura e al massimo comprare l'hardback di un libro che ho amato particolarmente.

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  8. La questione "l'editore è cattivo" mi ha sempre fatta un po' ridere: di certo se una CE non pubblica più una serie non è di certo per far dispetto ai lettori! Un ottimo incentivo sarebbe la riduzione dell'IVA sugli ebook (non è possibile pagare 10€ per il formato digitale mentre quella cartacea costa qualche euro di più...) una cosa ahimè non così fattibile.
    Il problema è, d'altro canto, il ritmo smodato di pubblicazione di serie (che fine hanno fatto gli autoconclusivi?), una CE, anche se grande, non può reggere tante pubblicazioni l'anno siamo onesti! Perché non puntare su meno pubblicazioni ma meglio pubblicizzate e distribuite? Ho letto in qualche commento il nome di John Green, i suoi libri sono assolutamente introvabili (sono alla ricerca di Cercando Alaska da mesi, non si può nemmeno prenotare =.=) e sconosciuti nella grande distribuzione.
    Non metto in dubbio che il "fenomeno 50 sfumature" abbia fatto respirare un po' il commercio libresco, poiché si è portato dietro almeno altre 50 serie simili, ma non sembra di stare esagerando adesso?
    Sorvolando anche su questo comunque, sono totalmente d'accordo con te, per questo non ho partecipato al tag #odioleserieinterrotte, tutti stiamo aspettando la fine di qualche serie fantastica, ma nel frattempo io faccio terrorismo psicologico ai miei amici affinché vadano in libreria a prendere quel libro lì, o quello magari, o che magari, così tanto per cambiare, regalino un libro ai bambini (giusto per fare qualche nome, Harry Potter, Percy Jackson, che non sono mica male...) piuttosto che un gioco della playstation :3

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    1. Completamente d'accordo! Infatti i miei regali di natale saranno in gran parte dei bei libri! ;)
      Le tante serie invece... io lo vedo come un tentativo degli editori di cercare esasperatamente il boom. Secondo me dovrebbero trovare qualcuno di abbastanza empatico con il pubblico da leggere e decidere di pubblicare i libri che più hanno possibilità di successo. Questa cosa del pubblicare sulla scia del filone più famoso è controproducente!

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    2. Magari fosse possibile, ma come ha detto tu l'Italia non è l'America, a questo punto ci ritroveremmo pieni di libri che vendono ma che non valgono un gran che, come se non ne avessimo già abbastanza!
      Per quanto riguarda i regali, io non posso farne praticamente nessuno (tranne che a me stessa) perchè tutti amici anti-lettura, che triste destino! :(

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  9. Ottimo articolo e interessanti osservazioni.

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  10. Sono completamente d'accordo con te e ti dirò di più: quando ho visto la famosa azione #odioleserieinterrotte la prima cosa che ho pensato è stata "se le hanno interrotte è perchè non le legge nessuno,che volete?"
    Lo so può sembrare una cosa non proprio carina da pensare eppure anche io faccio parte di quella categoria di lettrici arrabbiate (serie Drake Sister,so per certo che posso farle ciao ciao con la manina) eppure sono convinta,come te, che la colpa non sia delle CE - che fanno semplicemente il loro LAVORO - ma al 50% di noi lettori che magari ci impuntiamo su questa quella e quell'altra serie e poi non abbiamo i "din din" o la voglia per stare dietro a tutte ( non ci passa nemmeno lontanamente l'idea che se non acquistiamo una nuova uscita nell'arco di qualche mese c'è la seria possibilità il prossimo libro non sia pubblicato ).
    Ammettiamolo - o almeno lo ammetto io: siamo anche un po' volubili.
    Il restante 50% della colpa è del resto della popolazione italiana la cui unica lettura annuale è libretto delle istruzioni Ikea.
    Come possiamo pretendere che il mercato dell'editoria italiano sopravviva se ognuno di noi deve "fare la parte" di altri 10 che non leggono?
    Iniziamo dalla radice del problema: piantiamo i bambini davanti ad un libro e non davanti alla TV.
    Ps. E che non mi vengano a dire che ai bambini non piace leggere perchè nella letterina per Babbo Natale di mia figlia (anni 7) su 5 regali 3 sono libri.

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