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giovedì 2 luglio 2015

Recensione: A Court of Thorns and Roses, di Sarah J. Maas

Recensione
Titolo: A Court of Thorns and Roses  (A Court of Thorns and Roses #1)
Autore: Sarah J. Maas
Editore: Inedito in Italia
Pagine: 416
"Quando la cacciatrice diciannovenne Feyre uccide un lupo nella foresta, una bestia giunge a domandare vendetta. La trascina in un mondo magico e pericoloso che la ragazza conosce solo dalle leggende. Feyre scoprirà lì l'identità del suo carceriere... Non un animale, ma Tamlin - una delle fate immortali e letali che una volta governavano sul suo mondo.
Muovendosi con cautela nelle sue terre, i suoi sentimenti per Tamlin si trasformano da gelida ostilità a una passione che brucia attraverso ogni bugia e avvertimento che le sono stati dati sul mondo delle fate. Ma un'ombra antica e folle si espande sulle terre fatate, e Feyre dovrà trovare un modo di fermarla... o condannare Tamlin - e il suo mondo - per sempre."


Primo volume dell'omonima nuova saga di Sarah J. Maas, A Court of Thorns and Roses è l'introduzione a un'avventura leggermente più adulta degli standard a cui l'autrice del Trono di Ghiaccio ci aveva abituati, retelling della Bella e la Bestia ambientata nel mondo delle fate.


La nostra protagonista è Feyre, giovane cacciatrice di diciannove anni che è costretta a perdere ogni traccia di ingenuità in tenera età per poter prendersi cura della sua famiglia, dopo la morte della madre e la decaduta finanziaria del padre, un tempo noto mercante.
Il romanzo si apre proprio con una battuta di caccia di Feyre, intenta a tentare di uccidere un cervo nelle profondità più pericolose del bosco. Lì incontrerà un lupo bestiale, dall'aspetto ben poco animale, e dopo averlo ucciso scoprirà di aver compiuto uno degli affronti peggiori che potessero esistere.
Feyre sarà costretta a ripagare il debito di sangue con la sua vita, vivendo nella corte di Primavera accanto a Tamlin e le altre fate, scoprendo un mondo diverso da quel che si sarebbe aspettata, allo stesso tempo incantevole e pericoloso.

La storia di ACOTAR - così lo chiamerò, d'ora in poi - è una favola che parte lenta, molto lenta, per evolvere poi dopo la prima metà del romanzo in qualcosa di più articolato, in pieno stile Maas. Quest'autrice, si sa, segue pattern che la vedono descrivere sempre il mondo in cui è ambientato il suo romanzo, per poi entrare nel vivo della narrazione. Anche in ACOTAR questo non ci viene risparmiato! La Maas ci introduce a tutti i nuovi protagonisti, tesse gli intrecci su cui disegnare intrighi e avventure e, subito dopo, colpisce il lettore con una trama che non si era aspettato, preparandolo a entrare in un mondo completamente nuovo, pieno di magia e incantesimi antichi, maledizioni che coinvolgono e stupiscono.

Insomma, anche stavolta la Maas è riuscita nell'intento. ACOTAR è un perfetto primo romanzo di una saga - introduttivo, ben scritto, che presenta ogni singolo personaggio con una sua veste e personalità. È un romanzo da leggere, che consiglio a tutti i suoi fan e anche a chi abbia voglia di una storia dai tocchi romance immersi in un'avventura inaspettata, con sfide degne di protagoniste che rimangono nel cuore e tante belle premesse per sequel che faranno incetta di stelle.

4 gusci su 5 per questa nuova Sarah J. Maas!





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giovedì 9 aprile 2015

Solo una sbirciatina... #5 - The Little Android di Marissa Meyer


Chi mi conosce lo sa: una volta che mi fisso con un romanzo, divento assuefatta a tutta la sua saga, se ne ha una - o alla sua autrice. In questo caso sono stata abbastanza fortunata da trovare una saga, quella delle Cronache Lunari, piena di novelle e storie intermedie che non fanno che ampliare la storia principale e creare un contorno narrativo meraviglioso. Dopo aver finito Cinder, quindi, e nell'attesa che Scarlet arrivi nella mia cassetta della posta, mi sono data al leggere Glitches, prequel della serie, e The Little Android, novella ambientata nel mondo delle Cronache che si propone come piccolo retelling della Sirenetta (The Little Mermaid, in inglese). Oggi il teaser che vi regalo è tratto proprio da quest'ultima storia per ora inedita in Italia, quindi tradotto da me per l'occasione...



Mech6.0 riportò l’attenzione alla nave, osservandola sollevarsi da terra sul campo magnetico sotto l’hangar. I propulsori bruciarono per un momento, e la nave si alzò in alto, ancora più in alto, sopra il soffitto prima di inclinarsi con eleganza verso il cielo stellato della notte, e scomparire.
Gli applausi diminuirono e la folla si iniziò a disperdere, I musicisti impacchettarono i loro strumenti. L’enorme soffitto si riabbassò con un tonfo, chiudendoli nuovamente dentro e, non molto dopo, le luci si spensero con tre rombi sonori, lasciando i droidi-meccanici nel buio e il silenzio totale.
Trascorsero quattro minuti in cui Mech6.0 non fece che ripensare alla vista delle stelle, che sapeva fossero in qualche modo sempre lì eppure sempre fuori dalla sua portata, prima di ricordarsi della carta che la bambina aveva lasciato cadere.
Il suo sensore si illuminò, creando un alone di luce azzurra intorno a lei. I suoi vicini si voltarono verso di lei, forse curiosi, ma più probabilmente con disapprovazione. Lei li ignorò, puntando lo scanner verso i propri cavi. Allungò un braccio e strinse la carta tra le proprie pinze imbottite, alzandola.
Era sottile ma rigida, come un foglio di alluminio, e su un lato vi era scritto in lettere luminose ed eleganti: Ologramma delle Celebrità, Set da Collezione, 39esima Edizione, 124 T.E.
Capovolse la carta e un ologramma pallido e tremolante apparve iniziando a rotare. Si ritrovò a guardare quel che pareva essere un giovane adolescente con capelli neri e mossi e un sorriso rilassato. Le sembrò vagamente familiare.
Mech6.0 sentì le proprie ventole annaspare in modo strano e si chiese se ci fosse qualcosa di sbagliato con la programmazione interna. Se il problema fosse sussistito, avrebbe dovuto avvertire il meccanico di manutenzione. Ma il pensiero fu breve, dimenticato quando aprì il compartimento vuoto sul proprio addome e mise al suo interno la carta olografica. Forse l’avrebbe restituita un giorno, pensò, anche se i suoi calcoli statistici le dissero che probabilmente non sarebbe mai accaduto.
***