"So che è irrazionale," gli dissi, "ma do la colpa a te di tutto questo."
"Come meglio ti aggrada, sorella."
È sempre così. Inizi una trilogia che ti attrae quasi come una sirena che canta la sua melodia per il marinaio in mezzo al mare, e te ne innamori poco a poco - gli anni passano, escono nuovi romanzi, nuovi pezzi del puzzle, e tu continui a invaghirti sempre di più di quei personaggi finché, un bel giorno, non arriva il tanto atteso e odiato (amodiato, guys) finale.
The Forever Song è il finale della trilogia sulla lotta interiore di Allison Sekemoto, il suo lottare contro le due nature che vivono dentro di lei, l'umanità e il Mostro. La storia riprende immediatamente dopo la conclusione di The Eternity Cure, giusto qualche settimana dopo, e ritroviamo il trio composto da Allie, Jackal e Kanin sulle tracce di Sarren, diretto a Eden per portare a termine il suo malvagio piano per concludere definitivamente le sofferenze di quel mondo post-apocalisse con una nuova, tremenda apocalisse.
Ammetto che non è il metodo che avrei scelto per salvare tutti dalla dannazione, ma i vampiri psicopatici hanno un modo tutto loro di dimostrare il loro amore.
Come saprete se avete letto il romanzo precedente (se non lo avete fatto scappate da questa recensione, perché sta per entrare in territorio spoiler!), Zeke è morto e Allison, all'inizio di quest'avventura, è votata a vendicarlo - non importa come, non importa chi dovrà morire perché ciò accada, che sia un umano o un vampiro... l'importante è la vendetta, e il non provare sentimenti. Soffocare tutto ciò che la legava alla sua umanità e darsi completamente al Mostro che tanto aveva temuto.
Era come se avesse in qualche modo raggiunto la mia coscienza, trovato l'unica cosa che mi terrorizzava più di qualsiasi altra e tirata fuori, distorta e perversa alla luce del sole.
Julie Kagawa, con The Forever Song, aggiunge un altro tocco di classe alla sua serie di successi per ragazzi, iniziata con la saga delle fate The Iron Fey e per ora giunta alla conclusione della saga post-apocalittica di Blood of Eden. A breve si aggiungerà alla sua schiera di storie anche Talon, una storia di draghi e fiabe che promette scintille (ho letto solo il primo capitolo contenuto in The Forever Song, ma per ora sembra sulla strada giusta), anche se i vampiri di BoE saranno difficilmente superabili in tutta la loro complessità, azione e il pizzico di sarcasmo che non guasta mai.
Ma vediamo le varie parti del libro di cui più mi interessa parlare...
La storia
Non delude. Senza fretta, la Kagawa parte da dove ci aveva lasciati per costruire un finale nei tempi e convincente. Le ultime pagine, in particolare, mi hanno proprio stretto il cuore. Belle, belle e belle!
Mi aspettavo anche una strage un po' più grande, a dir la verità.
La scrittura
Come al solito, la scrittura di Julie evoca l'idea che sia pensata. "Pensata" è, sì, la parola migliore per descriverla, perché molte cose si intersecano e una sola frase può avere vari significati. È bello anche vedere come nulla lasci dei plot hole che avrebbero potuto rovinare il realismo della trama! La Kagawa riesce a rimanere nei limiti delle regole da lei create, e convince. Se poi vogliamo parlare delle frasi più importanti, quelle dette da personaggi come Sarren... a volte sembra persino si possano riferire a tante, tante cose - anche nella vita reale.
I personaggi
Ossia la parte migliore di tutto il romanzo. I personaggi sono delineati, permettetemi di dirlo, "da far paura". Tutti, e dico tutti hanno avuto una maturazione personale, e niente rimane intoccato, qualsiasi cosa succeda nella storia si ripercuote sulla loro personalità come potrebbe succedere nella realtà, e questo mi fa fare i complimenti alla Kagawa per la sua coerenza. Si passa da una Allison che affronta le sfide più difficili della propria esistenza, un Jackal che è irriconoscibile dal primo libro, mantenendo però la sua vena sarcastica (lo adoro), un Kanin che si fa silenziosamente strada verso la redenzione che tanto desidera, interagendo con i suoi due "figli di sangue" in modo brillante.
Nota: Jackal, Jackal, Jackal, Jackal, Jackal, JACKAL. Amo Jackal. Voglio un libro solo su di e la sua conquista del mondo.
"Desideri il nulla, una fine al tuo eterno viaggio. Ma hai troppa paura di ciò che potrebbe venire dopo, dell'idea che il male che attanaglia la tua anima possa portarti alla dannazione. E così continui a vivere, a esistere nell'inferno che hai creato, sperando di espiare i tuoi peccati."
Devo dirlo, insomma: una storia che, tra azione, lotte interiori e un pizzico di romance (per fortuna poco - non penso sia il tipo di avventura che ne abbia bisogno) sfavilla e conclude la trilogia al meglio. Un must per tutti gli amanti della Kagawa e non, una saga che per una volta tanto prende la figura del vampiro senza colorarla di arcobaleno, ma la getta nell'oscurità più completa, donando solo a pochi la speranza per continuare.
Promossa!
Giudizio finale:
Mi mancherete tutti...
Ma non disdegnerei di certo uno spin-off su Jackal. #justsaying
"Oh, è così dolce," la voce chiara, sfottente di Jackal arrivò prima che potessi rispondere. "Facciamoci gli occhi dolci nel mezzo di un puzzolente stuolo di cadaveri, com'è romantico."
Non vedo l'ora di leggerlo....la tua recensione mi ha messo di ottimo umore. Bene :)
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